Il Generale Roberto Vannacci ha scelto un modo molto diretto per parlare di Ursula von der Leyen e la visione sulla Russia di Vladimir Putin.
Dopo la sfuriata di alcuni giorni fa, Roberto Vannacci torna ad alzare i toni e a fare chiarezza, a modo suo, verso Ursula von der Leyen e il riarmo dell’Europa. Il Generale, tramite una clip video pubblicata sul proprio profilo Instagram, ha inchiodato la numero uno della Comissione Ue mettendo in risalto incongruenze e mezze verità anche sulla Russia di Putin.
Vannacci: razionalità sul riarmo
“Un momento di razionalità sul riarmo”. Sono queste le parole utilizzate da Roberto Vannacci su Instagram in un post video per parlare delle mosse dell’Europa volute dalla leader della Commissione ue, Ursula von der Leyen. “Facciamo un momento di razionalità. Ci hanno dipinto una Russia per tre anni che perde sui campi di battaglia, che va in giro con i badili, che ha finito le munizioni”, si sente dire dal leghista nella clip.
“Sentivo qualche notizia qualche giorno fa che ci diceva che vanno addirittura in giro a dorso d’asino e di cavallo perché non hanno più i mezzi, che sono infognati da tre anni nel Donbass contro un Paese molto più modesto come l’Ucraina. E oggi invece ce la vogliono dipingere come il grande nemico dell’Unione europea”.
Lo scontro con Ursula von der Leyen
Vannacci ha poi proseguito il suo pensiero con un chiaro riferimento alla von der Leyen: “Ve la ricordate la signora von der Leyen quando ci diceva che i soldati russi prendevano le schede elettroniche dalle lavatrici ucraine per metterle nei sistemi d’arma russi? Quindi come mai oggi la Russia è diventato questo nemico temibile e soprattutto incombente? E come si giustifica questa urgenza? Questo articolo 122, lo stato di emergenza?”, ha proseguito il politico italiano.
Poi, mettendo in evidenza anche qualche numero in merito alle tempistiche: “Oltretutto applicato a un investimento, quindi a uno strumento che ci darà i primi risultati tra 5 o 6 anni. Quindi uno stato di emergenza per un risultato che vedremo tra sei anni. Come lo possiamo giustificare?”, è la domanda finale posta dal Generale che, a modo suo, ha inchiodato la von der Leyen.
